L'alimentazione non riguarda soltanto il peso, l'energia o la salute in generale: ogni cosa che arriva in tavola entra in contatto anche con i denti. Lo smalto, la sottile barriera che protegge la parte interna del dente, viene messo alla prova ogni giorno da bevande, snack, abitudini e orari dei pasti. Alcuni cibi aiutano a rafforzarlo, altri lo mettono a rischio, soprattutto quando vengono consumati di frequente.
Chi punta a un sorriso luminoso scopre presto che lo spazzolino, da solo, non basta. La scelta di cosa mangiare tra una pausa e l'altra, il tipo di bevanda che si tiene sulla scrivania o la merenda del pomeriggio sono determinanti, perché tutto ciò modifica il pH della bocca, la quantità di zuccheri a contatto con i denti e la capacità della saliva di proteggere la superficie dentale.
Perché lo smalto ha bisogno della dieta giusta
Lo smalto è il tessuto più duro del corpo umano, ma non è indistruttibile. Con il passare degli anni, con una dieta ricca di zuccheri e con un consumo costante di bevande acide, la sua struttura può diventare più fragile e lasciare scoperta la dentina, che è molto più sensibile. Per questo motivo i professionisti che si occupano di salute orale insistono su un concetto semplice: la cura del sorriso inizia da ciò che si sceglie di mettere nel piatto.
L'idea è che un trattamento estetico o una riabilitazione complessa siano valorizzati quando la persona adotta una dieta amica dei denti, capace di sostenere nel tempo i risultati ottenuti in studio. Lo sanno bene gli esperti di Clinica Villa, clinica dentale di Biella, che affiancano spesso ai percorsi di igiene orale, implantologia dentale, ortodonzia trasparente e odontoiatria estetica anche indicazioni personalizzate sulle abitudini quotidiane e sul rapporto tra alimentazione e smalto.
Acqua, latte e alimenti ricchi di calcio
L'acqua è fondamentale per proteggere lo smalto. Infatti, se si beve regolarmente durante la giornata, si contribuisce a "risciacquare" il cavo orale, a ridurre la permanenza degli zuccheri sulla superficie dentale e a stimolare la produzione di saliva. Chi sorseggia spesso acqua offre ai propri denti una sorta di pulizia leggera ma continua, che diventa preziosa soprattutto quando non è possibile lavarsi i denti subito dopo i pasti.
Latte e derivati forniscono calcio e fosforo, minerali importanti per la struttura dei denti. Per esempio, i formaggi stagionati consumati con moderazione, lo yogurt bianco senza zuccheri aggiunti e alcune bevande arricchite possono creare le condizioni per un ambiente orale più stabile, meno esposto all'azione degli acidi. Servono, comunque, anche vitamina D e altri micronutrienti per sostenere la salute generale delle ossa e dei denti.
Frutta e verdura croccanti
Alcuni alimenti, per consistenza e composizione, agiscono come una sorta di spazzolino naturale. È evidente che mele, pere, carote crude e finocchi, ad esempio, richiedono una masticazione più lunga. Questo movimento stimola la produzione di saliva, che a sua volta aiuta a neutralizzare gli acidi prodotti dai batteri presenti in bocca.
La consistenza croccante contribuisce inoltre a "staccare" parte dei residui di cibo dalla superficie dei denti, riducendo la permanenza di placca e zuccheri tra un pasto e l'altro. Non si tratta, ovviamente, di un sostituto del normale spazzolino, ma di un aiuto importante, soprattutto quando questi alimenti vengono inseriti al posto di dessert molto zuccherati.
Zuccheri, bevande acide e snack: cosa limitare
Lo smalto soffre soprattutto quando viene esposto di frequente ad ambienti acidi. Si parla soprattutto di bevande gassate, energy drink, succhi di frutta industriali, ma anche dei tè freddi zuccherati: possono abbassare il pH della bocca e indebolire, nel tempo, la superficie dei denti. Se questi prodotti vengono sorseggiati lentamente per ore, l'effetto risulta ancora più marcato, perché i denti restano a contatto con acidi e zuccheri per tempi molto lunghi.
Gli snack dolci consumati fuori pasto, come caramelle, biscotti e merendine, restano attaccati negli spazi tra i denti e creano un ambiente ideale per i batteri che producono acidi. Il problema non riguarda soltanto la quantità di zucchero, ma la frequenza con cui viene assunto nel corso della giornata.
