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Tossicità abamectina: effetti sull’uomo

Cos’è l’abamectina e quali sono le sue caratteristiche di tossicità per l’essere umano.

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abamectina Copertina

L'abamectina è un principio attivo insetticida e acaricida appartenente alla famiglia delle avermectine, derivato dalla fermentazione del batterio Streptomyces avermitilis. Questo composto è ampiamente utilizzato in agricoltura per il controllo di acari, lepidotteri e altri parassiti che danneggiano le colture. La sua modalità d'azione neurotossica agisce bloccando la trasmissione degli impulsi nervosi negli invertebrati, causando paralisi e morte dell'organismo bersaglio.

Meccanismo di tossicità

Il meccanismo attraverso cui l'abamectina esercita la sua azione tossica è legato al suo effetto sui canali del cloro mediati dall'acido gamma-aminobutirrico (GABA) e dai recettori della glicina. Quando penetra nell'organismo, l'abamectina si lega a questi recettori causando un'apertura prolungata dei canali del cloro, determinando iperpolarizzazione delle membrane cellulari nervose. Questo processo porta a una paralisi flaccida irreversibile che compromette le funzioni vitali dell'organismo colpito.

Tossicità per l'uomo

Negli esseri umani, l'esposizione all'abamectina può avvenire principalmente attraverso contatto cutaneo, inalazione o ingestione accidentale. I sintomi di intossicazione acuta includono irritazione della pelle e degli occhi, nausea, vomito, vertigini e in casi gravi depressione del sistema nervoso centrale. La dose letale mediana (LD50) per via orale nei ratti è di circa 10 mg/kg di peso corporeo, indicando una tossicità moderata. Tuttavia, la sensibilità individuale può variare significativamente, rendendo necessarie precauzioni rigorose durante l'uso.

Effetti sull'ambiente acquatico

L'abamectina presenta una tossicità estremamente elevata per gli organismi acquatici, in particolare per pesci, crostacei e invertebrati acquatici. La sua persistenza nell'ambiente acquatico è relativamente bassa grazie alla fotodegradazione e alla biodegradazione, ma la sua solubilità limitata in acqua può causare accumulo nei sedimenti. Gli effetti ecotossicologici si manifestano a concentrazioni molto basse, con valori di LC50 per i pesci che variano da 1,5 a 9,6 μg/L, classificando l'abamectina come altamente pericolosa per l'ambiente acquatico.

Impatto sugli insetti benefici

Un aspetto critico della tossicità dell'abamectina riguarda i suoi effetti sugli insetti impollinatori e sui nemici naturali dei parassiti. Le api e altri insetti benefici risultano particolarmente sensibili a questo principio attivo, specialmente durante l'esposizione diretta durante la fioritura. La selettività limitata dell'abamectina può compromettere gli equilibri ecologici naturali, riducendo le popolazioni di insetti utili e favorendo potenzialmente la ricomparsa di parassiti secondari.

Precauzioni e misure di sicurezza

L'utilizzo dell'abamectina richiede l'adozione di rigorose misure di protezione individuale durante la preparazione e l'applicazione. È fondamentale utilizzare dispositivi di protezione come guanti, maschere respiratorie e abbigliamento protettivo per minimizzare l'esposizione. Le buone pratiche agricole prevedono il rispetto dei tempi di carenza, l'applicazione nelle ore serali per ridurre l'impatto sugli impollinatori e l'evitamento di trattamenti in prossimità di corpi idrici.

Metabolismo e persistenza

Nel suolo, l'abamectina presenta una degradazione relativamente rapida con un'emivita che varia da 7 a 56 giorni, a seconda delle condizioni ambientali come temperatura, umidità e pH. La sua mobilità è limitata a causa dell'elevata affinità per la materia organica del suolo. Negli organismi viventi, l'abamectina viene metabolizzata principalmente nel fegato attraverso processi di ossidazione e coniugazione, con eliminazione prevalente attraverso le feci.

Normative e classificazioni

A livello normativo, l'abamectina è classificata come sostanza pericolosa secondo i regolamenti europei e internazionali. La sua registrazione per l'uso agricolo è soggetta a severe restrizioni e monitoraggio continuo. Le autorizzazioni d'uso sono limitate a specifiche colture e modalità di applicazione, con particolare attenzione alla protezione delle acque superficiali e sotterranee e alla salvaguardia della biodiversità.